San Giorgio a Petrognano di San Godenzo in Alpe e la SS. Annunziata

«“A quarantacinque chilometri da Firenze, nella vallata del Mugello, a circa 400 m sul mare, sulla strada che conduce al passo appenninico del Muraglione verso Forlì, con circa 2500 abitanti, si trova il paese di San Godenzo ...”. I “Servi di Maria ebbero in custodia” l’insigne abbazia che dette il nome al paese “dal 1482 e la ressero per oltre un secolo” – scrisse il padre Ubaldo Forconi nei suoi Quaderni delle Chiese e conventi dell’Ordine dei Servi di Maria edito nel 1973».

Così, nel giugno 2025, riportavo all’inizio di un articolo che ricordava l’anacoreta Gaudenzio o Godenzo, il miracolo del ritrovamento del suo corpo, la devozione alle sue sante reliquie, la presenza dell’abbazia benedettina (1005) e la concessione nel 1482 della stessa ai Servi di Maria della SS. Annunziata di Firenze da parte del vescovo di Fiesole.

In particolare riprendevo quanto trascritto in un registro nel 1629 dal frate abate padre Alberto Rotilenzi (Rotilensi o Rutilensi, secondo altri, 1580-1640), pensando a un articolo futuro anche sui poderi sottoposti all’abbazia, due dei quali con chiesa propria interessanti da conoscere ...
I poderi erano (nell’ordine in cui sono menzionati): Protognano o Pretognano (oggi Petrognano), Santa Maria dell’Ermo – entrambi avevano una chiesa consacrata e aperta ai fedeli –, Portico di Romagna, Migliorina vicino al confine sempre con la Romagna, Pian Cavo nella Villa dell’Africo, La Cavina, Fornello, Montegheralli o Monte dei Gralli, Bargi (Premilcuore, terre), Corella (terre), Robognano, Casale, Mulinanni nella Villa d’Africo, Castagneto a Fonticone, Campuccio, Paradelli, Pecorile e Canfioli ...
Di essi solo Protognano viene ricordato in questo articolo. Nella sua chiesa si trovava una immagine della SS. Annunziata molto venerata dagli abitanti del luogo.

Così il padre Rotilenzi all’inizio pagina:
“Nelle carte seguenti saranno notati tutti i beni prima i poderi poi i campi e case e beni della Badia di San Godenzo e primo le chiese.
E primo la chiesa di Protagnano membro della Badia. Questa chiesa è posta sopra un monte molto alpestre et erto in luogo assai aspro, nelle falde del Monte di Santo Ermo, nella villa di Castagneto, ove sono molte case di contadini che qui vengono alla messa, e posta sopra la cresta del monte in luogo solitario, è ben coperta e murata quasi tutta a calcina e di nuovo restaurata. Già vi era gran concorso di popolo a una Nonziata dipinta nel muro che è coperta con velo e con mantellini.
Vi sono due altari uno murato da dirvi la messa con tutte le sue appartenenze debite. Vi è il campanile da una banda con una campana assai buona per il luogo.
Vi sono pianete due, camicie, calice assai buono et tutto quello che bisogna per dire la messa.
Vi si celebra la messa una volta il mese in dì festivo e qualche volta in dì feriale”.

In altre pagine il padre Alberto continuava:
“Inventario della chiesa e casa di Pretognano. E prima della chiesa.
Un ciborio dipinto con la toppa e chiave
Un paio di candellieri d’ottone con due lucentorii di stagno
Un paio di candellieri di legno
Padelle per accender i moccoli n. 2
Due predelline che stanno sotto le dette padelle
Tovaglie n. tre, due usate una quasi nuova
Un paliotto turchino di seta. Un guanciale
Pianete n. tre, una di raso giallo el fregio rosso, un manipolo e stola usati
Un’altra pavonazza usata bene con stola e manipolo di raso
Un’altra di filaticcio rossa con il fregio turchino senza stola e manipolo usata bene
Pezzuole per coprir il calice n. cinque, una di maglia di refe con il soppanno di tela rossa nuova, una di maglia di refe con il soppanno di taffettà turchino usata, una di taffettà solo usata bianca, una di taffettà rosso usata, una di taffettà pavonazzo usata
Uno sciugatoio di lino vergato di sotto per tener addosso quando si porta fuori il Santissimo Sagramento
Due borse da calice bianche usate bene
Un camice con l’ammitto e cordiglio usati bene
Un calice di rame indorato con patena, corporale e palla
Un messale usato
Un messaletto da morti
Purificatoi n. 5 usati
Una borsa usata con un vaso di rame indorato per olio santo
Un vasetto d’argento per portar il Santissimo Viatico agl’infermi con la sua borsa di seta bella
Un fazzoletto di lino per il lavabo
Uno sciugatoio nuovo di lino per la comunione
Una pisside di rame indorato con il suo padiglioncino di seta
Una cotta usata
Una stola bianca usata
Quattro fiori grandi per l’altare di più colori
Un paliotto tutto stracciato
Un’archetta per tener le cose della chiesa con toppa e chiave
Un confessionario col suo inginocchiatoio e la bolla In Coena Domini [Gregorio XIII, 1583]
Una lampana d’ottone che sta all’altare e la tiene accesa Marc’Antonio Rossi et i suoi
Un campanello
Un ombrella usata bene e un lanternone
Una bacinella d’ottone
Asperges n. 2 ve n’è una sola
Un velo alla Madonna con una mantellina tané fiorita usati
Croci n. 2 una d’ottone e l’altra di legno, quella d’ottone è rotta
Un rituale usato bene
All’uscio di chiesa toppa, chiave, e chiavistello
Una campana

A dì 31 ottobre 1642
Io padre Raffaello Reali ho ricevuto in consegna le sopradette robbe del molto revenreo signor Giovanbattista Gottoli et di mano propria ho scritto et il tutto per ordine del padre abbate.
Robbe accresciute
Un amitto nuovo. Un guanciale di tela usato
Un’asta per la croce
Due candelotti comprati di limosine per accompagnare il Santissimo Sagramento ...”. Seguono altre due attestazioni di ricevute dei sacerdoti addetti a San Giorgio: Giovanni ... dal cognome illeggibile e Girolamo Fabbri, fino al 1647.

Alla pagina seguente:
“Inventario della nostra casa di San Giorgio a Pretognano
In sala
Un’archetta nuova di faggio con toppa e chiave
Un tavolino d’albero con una cassettina sotto
Una seggiola a spalliera
Due seggiole tessute di giunchi
Un paio di molli
Una paletta
Un treppiedi
Una catena da cammino
Un paiolo di rame
Una secchia di rame
Un quadretto dentrovi una stampa della Santissima Nonziata
Due impannate alle finestre
Una padella buona
Uno stidione [spiedo]
Un predello di faggio

Nella terza camera che è volta verso Castagneto
Una madia
Dua stacci un fitto e un rado
Un orcetto per l’olio che tiene circa una soma
Un pezzo di forme per far l’ostie
Una piastra d’ottone con il ferro e girella per tondar l’ostie con il ferro per far i comunichini
L’impannata alla finestra

Nella 2° stanza a canto alla sala
Due botti che tengono barili 14 1/2
Un botticino vecchio, questo non c’è
Un lucerniere
Una lucerna di stagno

In camera dove si dorme
Un letto cioè panchette e assicelle d’albero
Un saccone usato
Una materassa di capecchio usata
Una materasa di lana usata
Un piumaccio buono
Un coltrone giallo di bambagia buono
Un altro coltrone giallo di bambagia usato ma buono
Una tovaglietta buona
Tovagliuoli n. tre usato se ne levò uno stracciato> [sono biffati]
Un prete per scaldare il letto
Una pala di ferro rotta
Un corbello vecchio questo non c’è”.
Segue la ricevuta in consegna di prete Raffaello Reali del 31 ottobre 1642 dal prete Giovanni Battista Gottoli e le altre ricevute dei sacerdoti sopra citati.

Paola Ircani Menichini, 28 novembre 2025. Tutti i diritti riservati.




L'articolo
in «pdf»